Ecco a voi cari lettori un tema d'avventura, spero che
vi piaccia.
Il 14 agosto 2012 io e Carlo, mio fratello, decidemmo
di fare una gita in un'isola del Pacifico. La mattina seguente Carlo era già pronto
e vestito con: ciabatte, pantaloncini corti da escursionista, una camicietta, occhiali
da sole e cappello. Caricammo le valigie in macchina e partimmo per l'areoporto
di Parigiche, era il più vicino. Dopo un'ora di viaggio arrivammo; di lì a poco
arrivarono anche Albarto e Laura, dei miei amici. Riunita la comitiva ci
imbarcammo sull'aereo privato e decollammo. Alla guida dell'aereo c'era lo zio
Jack che abitava nell'isola in cui volevamo andare. Mio zio ci aveva chiamati
perchè aveva trovato un biglietto che parlava della famosa "rosa dei
venti" del re Garù . La leggenda narra che quella rosa potesse controllare
qualsiasi forma di vita. Zio Jack contava su di noi perchè sapeva che eravamo i
migliori esploratori e ricercatori di tutto il mondo.
Arrivati
sull'isola di Tirnan-og entrammo in casa dello zio che ci diede da mangiare; la
casa era stupenda fatta interamente di bambù e a due piani. Lo zio era un
inventore, aveva girato tutta l'isola e costruito una funivia con cui si poteva
girare da cima a fondo tutta l'isola.
Dopo
esserci riposati lo zio decise di potarci in esplorazione, vestito con
scarponcini, maglietta e cappello di paglia, sembrava ridicolo. L'isola era
bellissima, gli alberi erano secolari, alti più di dieci metri e con un diametro
altrettanto grande, c'erano animali di ogni tipo: scimmie, pappagalli
coloratissimi e persino dei leoni addestrati dallo zio. Sembrava di essere in
paradiso, c’erano fiori di ogni tipo e colore: viola, verdi, rossi, blu, rosa e
persino neri. Poi all'incirca verso mezzogiorno ci fermammo in una radura per
mangiare, ci arrampicammo sugli alberi e prendemmo mango e cocco. Non molto
lontano da noi c'era un fiume, andammo lì per prendere dell'acqua e...Lo
vedemmo, sì era sicuramente quell’antico
tempio di re Garù, era enorme!!! Fummo subito attirati dai disegni scolpiti
sulla parete, ci avvicinammo, sembravano dei batuffoli di pelo con un becco e
delle ali, una specie di pulcini solo molto più grandi in mano a degli uomini,
forse si trattava dell'antica civiltà che era esistita lì.
Ci
addentrammo nel tempio, era scuro e pauroso, prendemmo delle torce e le accendemmo,
scoprimmo una cappella tutta dipinta nella quale erano rappresentati quegli
strani esseri e degli uomini. Trovammo l'uscita e continuammo la nostra
esplorazione e arrivammo fino ad un albero enorme, pieno di fiori, era
stupendo, rimanemmo qualche istante in silenzio a guardare quella meraviglia. Poi,
da delle cavità dell'albero, uscirono degli uccelli strani come quelli delle
figure nel tempio, erano di ogni colore: blu, azzurro, verde, bianco e giallo. Sembravano
innocui e molto simpatici, scoprimmo che non erano cattivi nè pericolosi ma
creature adorabili e timide. Noi non volevamo far loro del male e loro
sembravano ricambiare la nostra generosità. Dopo qualche minuto presero
confidenza e, con nostro stupore, scoprimmo che erano in grado d parlare la
nostra lingua: era una cosa straordinaria, ci sembrava di essere in un sogno. Provammo
a chiedere loro se sapevano dove fosse la rosa di re Garù, loro capirono subito
e ci condussero in un altro tempio nascosto, più piccolo dell'altro, dove
trovammo ciò che cercavamo, ma purtroppo non aveva nessun potere misterioso,
era solo una leggenda. A noi però non importava perchè avevamo scoperto una
cosa più bella e meravigliosa, cioè degli esseri straordinari che si chiamavano
FURBY; fu proprio una scoperta eccezionale! Il mio preferito era Hylo, un furby
bianco neve, coraggioso e forte, era bellissimo con le ali argentee, la sua
voce era melodiosa, veramente angelica e
stupenda. Purtroppo nulla va come si vorrebbe, infatti Laura e Alberto volevano
prendere i furby e portarli in città per venderli e arrichirsi. Io, zio Jack e
Carlo glielo impedimmo... E i furby furono salvi. Non fu facile fermarli perchè
avevano escogitato un piano perfetto, ma non avevano pensato che in quel luogo
cresceva una pianta rarissima: il filobendro affilato, una pianta capace di
tagliare il marmo. Fortunatamente una pianta cresceva proprio sopra il loro
accampamento e riuscimmo a rompere le gabbie dove erano imprigionati i nostri
cuccioli. Li liberammo e catturammo Laura e Alberto che consegnammo allla
polizia. Io e Carlo compivamo gli anni proprio quel giorno, diciotto anni e,
siccome eravamo maggiorenni, decidemmo di rimanere sull'isola di Tirnan-og con
lo zio Jack e i nostri adorabili furby!!!!
Così si conclude la storia, spero vi sia piaciuta
!!!Ciao!!!
Alessia
1 commento:
che bella storia
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