venerdì 13 settembre 2013

UNA SCOPERTA



Ecco a voi cari lettori un tema d'avventura, spero che vi piaccia.

Il 14 agosto 2012 io e Carlo, mio fratello, decidemmo di fare una gita in un'isola del Pacifico. La mattina seguente Carlo era già pronto e vestito con: ciabatte, pantaloncini corti da escursionista, una camicietta, occhiali da sole e cappello. Caricammo le valigie in macchina e partimmo per l'areoporto di Parigiche, era il più vicino. Dopo un'ora di viaggio arrivammo; di lì a poco arrivarono anche Albarto e Laura, dei miei amici. Riunita la comitiva ci imbarcammo sull'aereo privato e decollammo. Alla guida dell'aereo c'era lo zio Jack che abitava nell'isola in cui volevamo andare. Mio zio ci aveva chiamati perchè aveva trovato un biglietto che parlava della famosa "rosa dei venti" del re Garù . La leggenda narra che quella rosa potesse controllare qualsiasi forma di vita. Zio Jack contava su di noi perchè sapeva che eravamo i migliori esploratori e ricercatori di tutto il mondo.
Arrivati sull'isola di Tirnan-og entrammo in casa dello zio che ci diede da mangiare; la casa era stupenda fatta interamente di bambù e a due piani. Lo zio era un inventore, aveva girato tutta l'isola e costruito una funivia con cui si poteva girare da cima a fondo tutta l'isola.
Dopo esserci riposati lo zio decise di potarci in esplorazione, vestito con scarponcini, maglietta e cappello di paglia, sembrava ridicolo. L'isola era bellissima, gli alberi erano secolari, alti più di dieci metri e con un diametro altrettanto grande, c'erano animali di ogni tipo: scimmie, pappagalli coloratissimi e persino dei leoni addestrati dallo zio. Sembrava di essere in paradiso, c’erano fiori di ogni tipo e colore: viola, verdi, rossi, blu, rosa e persino neri. Poi all'incirca verso mezzogiorno ci fermammo in una radura per mangiare, ci arrampicammo sugli alberi e prendemmo mango e cocco. Non molto lontano da noi c'era un fiume, andammo lì per prendere dell'acqua e...Lo vedemmo,  sì era sicuramente quell’antico tempio di re Garù, era enorme!!! Fummo subito attirati dai disegni scolpiti sulla parete, ci avvicinammo, sembravano dei batuffoli di pelo con un becco e delle ali, una specie di pulcini solo molto più grandi in mano a degli uomini, forse si trattava dell'antica civiltà che era esistita lì.
Ci addentrammo nel tempio, era scuro e pauroso, prendemmo delle torce e le accendemmo, scoprimmo una cappella tutta dipinta nella quale erano rappresentati quegli strani esseri e degli uomini. Trovammo l'uscita e continuammo la nostra esplorazione e arrivammo fino ad un albero enorme, pieno di fiori, era stupendo, rimanemmo qualche istante in silenzio a guardare quella meraviglia. Poi, da delle cavità dell'albero, uscirono degli uccelli strani come quelli delle figure nel tempio, erano di ogni colore: blu, azzurro, verde, bianco e giallo. Sembravano innocui e molto simpatici, scoprimmo che non erano cattivi nè pericolosi ma creature adorabili e timide. Noi non volevamo far loro del male e loro sembravano ricambiare la nostra generosità. Dopo qualche minuto presero confidenza e, con nostro stupore, scoprimmo che erano in grado d parlare la nostra lingua: era una cosa straordinaria, ci sembrava di essere in un sogno. Provammo a chiedere loro se sapevano dove fosse la rosa di re Garù, loro capirono subito e ci condussero in un altro tempio nascosto, più piccolo dell'altro, dove trovammo ciò che cercavamo, ma purtroppo non aveva nessun potere misterioso, era solo una leggenda. A noi però non importava perchè avevamo scoperto una cosa più bella e meravigliosa, cioè degli esseri straordinari che si chiamavano FURBY; fu proprio una scoperta eccezionale! Il mio preferito era Hylo, un furby bianco neve, coraggioso e forte, era bellissimo con le ali argentee, la sua voce era melodiosa, veramente angelica  e stupenda. Purtroppo nulla va come si vorrebbe, infatti Laura e Alberto volevano prendere i furby e portarli in città per venderli e arrichirsi. Io, zio Jack e Carlo glielo impedimmo... E i furby furono salvi. Non fu facile fermarli perchè avevano escogitato un piano perfetto, ma non avevano pensato che in quel luogo cresceva una pianta rarissima: il filobendro affilato, una pianta capace di tagliare il marmo. Fortunatamente una pianta cresceva proprio sopra il loro accampamento e riuscimmo a rompere le gabbie dove erano imprigionati i nostri cuccioli. Li liberammo e catturammo Laura e Alberto che consegnammo allla polizia. Io e Carlo compivamo gli anni proprio quel giorno, diciotto anni e, siccome eravamo maggiorenni, decidemmo di rimanere sull'isola di Tirnan-og con lo zio Jack e i nostri adorabili furby!!!!
Così si conclude la storia, spero vi sia piaciuta !!!Ciao!!!
Alessia

1 commento:

gio ha detto...

che bella storia