venerdì 13 settembre 2013

IL TITOLO (im)PERFETTO

Ciao ragazzi, vi ricordate il concorso del Giralibro? Vi rinfresco le idee: dovevate scrivere un tema parlando di un libro che secondo voi aveva un titolo imperfetto, poco adatto, giustificare la vostra opinione e poi pensare ad un titolo ... perfetto per quel libro. Visto che alcuni compagni avevano ricopiato i testi al computer ho pensato di inserirli qui, nel blog ... BUONA LETTURA 
(Se volete leggere i temi vincitori del concorso visitate il sito www.giralibro.it, troverete anche dei consigli di lettura).


C'è un libro che mi incuriosisce molto: mi è stato consigliato da un'amica, ne ho sfogliato solo le prime pagine e non vedo l'ora di continuare: è la storia di una bambina orfana che trova rifugio tra le rovine di un anfiteatro alla periferia di una città; in poco tempo diventa amica di tutti perché ha un dono grande e raro: sa ascoltare le persone.
Non consigli, non esprime la sua opinione, non giudica, ascolta e basta.
Grazie a lei, chi è arrabbiato torna in pace, chi ha una preoccupazione trova la serenità, chi è triste torna a sorridere.
Un giorno però arrivano i Signori Grigi, agenti di una Cassa di Risparmio del Tempo, che vogliono indurre la gente a risparmiare il tempo per riaverlo con gli interessi una volta anziani… si tratta naturalmente di una truffa! Ma tutti ci credono! Solo la bambina, aiutata da una tartaruga e da Mastro Hora, custode del tempo, non cede all'inganno anzi, riesce a salvare la città dall'imbroglio.
Il titolo di questa affascinante avventura è... "MOMO"... è un titolo banalissimo! Senza senso! Certo, è il nome della protagonista, ma è un nome triste, composto da un'unica sillaba ripetuta due volte: ... MO ...MO. Un personaggio positivo come la bambina meritava un nome ben più allegro, tipo: Azzurra, Sefora, Maya, Ambra e comunque io non avrei usato il nome della bambina come titolo per il libro perché non suggerisce nulla del contenuto.
Sono dell'idea che un titolo, per attirare l'attenzione del lettore, debba anticipare un fatto, una scena, una parte del racconto.
Avrei quindi pensato a "I ladri del tempo", sottolineando in questo modo l’importanza di un tema centrale presente nel libro e cioè il valore del tempo; oppure un altro titolo adatto sarebbe "La bambina che sapeva ascoltare", dote questa importante nelle relazioni umane. Ecco, questi titoli mi sembrano più adatti a stuzzicare la curiosità di un possibile lettore, molto più di un corto e noioso "MOMO".
             ERICA


Recentemente ho letto il romanzo "La città delle bestie" di Isabel Allende. La lettura di questo libro mi è stata suggerita dalla professoressa di lettere, ma io non trovavo per nulla interessante questo titolo, infatti il termine città mi faceva pensare a una vera città, come le nostre, trafficate e ricche di edifici, e la parola bestie mi faceva supporre che la storia parlasse di uomini dall’atteggiamento bestiale o di bestie umanizzate, il che non mi attirava per niente. Alla fine ho comunque letto il libro e mi sono dovuta ricredere.

La storia racconta di Alex, un ragazzo californiano  che,  in seguito alla malattia della mamma, viene affidato alla nonna in partenza per l'Amazzonia. Durante la spedizione, il giovane conosce Nadia, una ragazza di tredici anni. I due diventano amici inseparabili ed insieme affrontano molte imprese rischiose.

Il libro mi è piaciuto molto proprio per le incredibili avventure che i ragazzi si trovano a dover affrontare e che all'inizio non mi sarei mai immaginata. Per questo lo intitolerei "Un viaggio in Amazzonia". Questo titolo comunica immediatamente l'idea di qualcosa di avventuroso ed avvincente; mi immagino l'Amazzonia come un luogo selvaggio, misterioso, poco esplorato che ben si addice a far da sfondo ad un romanzo di avventura e di scoperte sensazionali.

Attira sicuramente di più il lettore per l'idea del viaggio che trasmette la voglia di evadere dalla noiosa realtà quotidiana.

      MARTINA F.



Qualche giorno fa ho finito di leggere “Principessa Laurentina”.
Questo libro mi è piaciuto molto perché parla di una vicenda che non è stata inventata ma che descrive una situazione che purtroppo molti ragazzi di tutte le età devono affrontare: la separazione dei genitori.
La protagonista, Barbara, si trova obbligata ad accettare una nuova famiglia, compresa una sorellina, Laurentina. All’inizio Barbara non l’accetta, più che una sorella la considera semplicemente la figlia del patrigno. Dopo varie vicende e litigi con la madre, si aggiunge una disgrazia: la mamma e il patrigno muoiono. Barbara quindi deve prendersi cura di Laurentina, la porta a vivere con sé dal padre e scopre di volerle più bene di quello che pensasse e insieme riescono ad affrontare meglio la tragedia che le ha colpite.
All’inizio non volevo leggere questo libro perché pensavo fosse la classica favola con protagonista una principessa, infatti il titolo portava a pensare questo. Prima però di riporlo sullo scaffale della biblioteca ho letto la trama e mi sono resa conto che mi sbagliavo e incuriosita l’ho preso.
Il titolo “Principessa Laurentina” per me non è adatto a questo libro perché non dice nulla, non attira l’attenzione del lettore anzi, lo inganna, come è successo a me. Io proporrei il titolo “Un altro papà non lo voglio” perché secondo me può far capire meglio di cosa tratta il libro e sono convinta che molti ragazzi sarebbero attratti e invogliati alla lettura del testo in quanto immediatamente capirebbero che nel libro viene affrontato il tema della separazione dei genitori, problema questo vissuto da molti figli e del quale, spesso, non si parla con nessuno.
          ELENA 
 
Era una bella mattina di sole, una delle ultime giornate di vacanza dell’ estate scorsa e io mi trovavo in una libreria. Avevo voglia di leggere un libro, ma non uno di quei mattoni da studiare per le verifiche o per far contenti mamma e papà, no, avevo voglia di leggere qualcosa di piacevole, che mi facesse viaggiare. Così iniziai a cercare tra gli scaffali ed eccolo lì il libro adatto a me, con un dito di polvere sopra e una copertina blu scuro, chissà da quanto tempo non veniva toccato! Io lo presi e senza nemmeno leggere il titolo capii che avrei comprato quello.

Si trattava di “Merlino, il destino di un giovane mago”, ma il titolo non è assolutamente adatto, anzi, infatti non parla di Merlino che diventa mago, ma della sua vita dal giorno in cui è nato a quando aveva circa sedici anni. Io intitolerei il libro “La gioventù di Merlino” in quanto si descrive come il ragazzo Merlino trascorre le sue strane e particolari giornate.

Quando comprai questo libro, ero contento perché immaginavo Merlino e le sue magie, ero convinto che mi sarei immedesimato in questo grande mago… e questo mi eccitava. Questo libro è diverso rispetto a “Lo Hobbit”, “Il Signore degli anelli” e agli altri libri fantasy che ho letto; è infatti essenziale, ma allo stesso tempo avvincente e soprattutto originale. La scrittrice ha ben saputo descrivere la crescita di questo famoso personaggio e a presentarci un mondo che si rivelerà pieno di pericoli che il Merlino maturo dovrà affrontare.
  GIOVANNI



1 commento:

Anonimo ha detto...

bei temi