(Se volete leggere i temi vincitori del concorso visitate il sito www.giralibro.it, troverete anche dei consigli di lettura).
C'è un libro che mi incuriosisce molto:
mi è stato consigliato da un'amica, ne ho sfogliato
solo le prime pagine e non vedo l'ora di continuare:
è la storia di una bambina orfana
che trova rifugio
tra le rovine di un anfiteatro alla periferia di una città;
in poco tempo diventa amica di tutti perché ha un dono grande e raro: sa ascoltare le persone.
Non dà consigli, non esprime
la sua opinione, non giudica,
ascolta e basta.
Grazie a lei, chi è arrabbiato torna in pace, chi ha una preoccupazione trova la serenità,
chi è triste torna a sorridere.
Un giorno
però arrivano i Signori Grigi, agenti di una Cassa di
Risparmio del Tempo, che vogliono
indurre la gente
a risparmiare il tempo per riaverlo
con gli interessi una volta anziani…
si tratta naturalmente di una truffa! Ma tutti ci credono! Solo la bambina,
aiutata da una tartaruga
e da Mastro Hora, custode del tempo, non cede all'inganno anzi, riesce a salvare la città dall'imbroglio.
Il titolo di questa affascinante avventura è... "MOMO"...
è un titolo banalissimo! Senza senso!
Certo, è il nome della protagonista, ma è un nome triste,
composto da un'unica sillaba ripetuta due volte: ... MO ...MO. Un personaggio positivo
come la bambina meritava un nome ben più allegro,
tipo: Azzurra, Sefora,
Maya, Ambra e comunque io non avrei usato il nome della bambina come titolo per il libro perché non suggerisce nulla del contenuto.
Sono dell'idea che un titolo,
per attirare l'attenzione del lettore, debba anticipare un fatto, una scena, una parte del racconto.
Avrei quindi pensato a "I ladri
del tempo", sottolineando in questo modo l’importanza di un
tema centrale presente nel libro e cioè il valore del tempo; oppure un altro
titolo adatto sarebbe "La bambina che sapeva ascoltare", dote questa importante
nelle relazioni umane. Ecco, questi
titoli mi sembrano
più adatti a stuzzicare la curiosità di un possibile lettore, molto più di un corto e noioso "MOMO".
ERICA
Recentemente ho letto
il romanzo "La
città delle bestie" di Isabel Allende. La lettura
di questo libro mi è stata suggerita
dalla professoressa di lettere, ma io non trovavo
per nulla interessante questo titolo,
infatti il termine città mi faceva pensare
a una vera città, come le nostre, trafficate e ricche di edifici, e la parola bestie mi faceva supporre
che la storia parlasse di uomini dall’atteggiamento bestiale o di bestie umanizzate, il che non mi attirava per niente. Alla fine ho comunque letto il libro e mi sono dovuta ricredere.
La storia racconta di Alex, un ragazzo
californiano che,
in seguito alla malattia della mamma, viene affidato
alla nonna in partenza
per l'Amazzonia. Durante la spedizione, il giovane conosce Nadia, una ragazza
di tredici anni. I due diventano
amici inseparabili ed insieme
affrontano molte imprese rischiose.
Il libro mi è piaciuto molto proprio per le incredibili avventure che i ragazzi
si trovano a dover affrontare e che all'inizio
non mi sarei mai immaginata. Per questo lo intitolerei "Un
viaggio in Amazzonia". Questo titolo comunica immediatamente l'idea di qualcosa di avventuroso ed avvincente; mi immagino l'Amazzonia
come un luogo selvaggio, misterioso,
poco esplorato che ben si addice
a far da sfondo ad un romanzo di avventura e di scoperte
sensazionali.
Attira sicuramente di più il lettore per l'idea del viaggio che trasmette la voglia di evadere dalla noiosa realtà quotidiana.
MARTINA F.
Qualche giorno fa ho finito di leggere “Principessa
Laurentina”.
Questo libro mi è piaciuto molto perché parla di una
vicenda che non è stata inventata ma che descrive una situazione che purtroppo
molti ragazzi di tutte le età devono affrontare: la separazione dei genitori.
La protagonista, Barbara, si trova obbligata ad
accettare una nuova famiglia, compresa una sorellina, Laurentina. All’inizio
Barbara non l’accetta, più che una sorella la considera semplicemente la figlia
del patrigno. Dopo varie vicende e litigi con la madre, si aggiunge una
disgrazia: la mamma e il patrigno muoiono. Barbara quindi deve prendersi cura
di Laurentina, la porta a vivere con sé dal padre e scopre di volerle più bene
di quello che pensasse e insieme riescono ad affrontare meglio la tragedia che
le ha colpite.
All’inizio non volevo leggere questo libro perché
pensavo fosse la classica favola con protagonista una principessa, infatti il
titolo portava a pensare questo. Prima però di riporlo sullo scaffale della
biblioteca ho letto la trama e mi sono resa conto che mi sbagliavo e
incuriosita l’ho preso.
Il titolo “Principessa Laurentina” per me non è adatto
a questo libro perché non dice nulla, non attira l’attenzione del lettore anzi,
lo inganna, come è successo a me. Io proporrei il titolo “Un altro papà non lo
voglio” perché secondo me può far capire meglio di cosa tratta il libro e sono
convinta che molti ragazzi sarebbero attratti e invogliati alla lettura del
testo in quanto immediatamente capirebbero che nel libro viene affrontato il
tema della separazione dei genitori, problema questo vissuto da molti figli e
del quale, spesso, non si parla con nessuno.
ELENA
Era
una bella mattina di sole, una delle ultime giornate di vacanza dell’ estate
scorsa e io mi trovavo in una libreria. Avevo voglia di leggere un libro, ma
non uno di quei mattoni da studiare per le verifiche o per far contenti mamma e
papà, no, avevo voglia di leggere qualcosa di piacevole, che mi facesse
viaggiare. Così iniziai a cercare tra gli scaffali ed eccolo lì il libro adatto
a me, con un dito di polvere sopra e una copertina blu scuro, chissà da quanto
tempo non veniva toccato! Io lo presi e senza nemmeno leggere il titolo capii
che avrei comprato quello.
Si
trattava di “Merlino, il destino di un
giovane mago”, ma il titolo non è assolutamente adatto, anzi, infatti non
parla di Merlino che diventa mago, ma della sua vita dal giorno in cui è nato a
quando aveva circa sedici anni. Io intitolerei il libro “La gioventù di Merlino” in quanto si descrive come il ragazzo
Merlino trascorre le sue strane e particolari giornate.
Quando
comprai questo libro, ero contento perché immaginavo Merlino e le sue magie,
ero convinto che mi sarei immedesimato in questo grande mago… e questo mi
eccitava. Questo libro è diverso rispetto a “Lo Hobbit”, “Il Signore degli
anelli” e agli altri libri fantasy che ho letto; è infatti essenziale, ma allo
stesso tempo avvincente e soprattutto originale. La scrittrice ha ben saputo
descrivere la crescita di questo famoso personaggio e a presentarci un mondo
che si rivelerà pieno di pericoli che il Merlino maturo dovrà affrontare.
GIOVANNI
1 commento:
bei temi
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